Sul mercato mancano quelle che una volta erano le navi scuola. E le Case tentano di attirare i cinquantenni piazzando grafiche anni ’80 su moto che non sono ciò che realmente il motociclista medio desidera guidare.

A girare per saloni, passi di montagna e ormai anche piste, ci si rende facilmente conto di come l’età media dei motociclisti si stia alzando, e questo non sembra più essere un mistero nemmeno per le Case costruttrici, perlomeno da un punto di vista commerciale.

Se da un lato i prezzi delle moto salgono sempre più vertiginosamente, ed i costruttori storici si rivolgono in primis ad un pubblico “alto spendente”, che per reddito ed età coincide inesorabilmente con i 45/55enni attuali, dall’altro lato vengono proposte moto che proprio per questa fascia di età sono inesorabilmente sempre “troppo”…

Troppo potenti, troppo pesanti, troppo grosse, troppo esasperate. Inevitabilmente, quei modelli top di gamma che strizzano l’occhio ai loro maturi clienti, siano essi sportivi o turistici, finiscono per diventare oggetti caricaturali, più che conferire fascino e prestigio al loro proprietario, rendendolo ridicolo. 

Cosa ci fa un cinquantenne inguainato in una tutta in pelle di canguro, inesorabilmente sempre troppo stretta e colorata, con gobba aereodinamica per il momento ancora non sua, appollaiato sul sellino di una maxi sportiva che 10 anni fa avrebbe finito il mondiale Superbike nei primi 10 posti? (La moto, non il pilota).

E l’attempato e distinto signore di media statura, elegantissimo nel suo completo giacca, pantalone, casco, “ognitempo”, griffato in pendant con la moto, cosa ci fa seduto ad un metro da terra su quella moto che lo fa sentire come Orioli alla Dakar, ma che lo obbliga pure a ricorrere alla doppia suola applicata agli stivali, che manco i Kiss ai bei tempi.

Certo direte voi, esiste anche altro, esistono le moto “intelligenti”. E quelle economiche.

Oddio, di solito si usava questo termine per le moto sfigate, bruttine, oneste per carità, ma eccitanti proprio come “…quell’amica tanto simpatica!” che di solito ti vogliono presentare.

Piuttosto invece, mi sembra che esistano tante proposte “low-cost” altro termine che porta con sé un’aurea di sfiga non indifferente, ma poche “cost-giust”, termine inventato ma che rende l’idea.

La moto non è un oggetto che “una vale l’altra”. Non basta che costi poco, anzi arrivo a dire, non serve che costi poco, se poi non dà gusto.

Per carità, apprezzo anche gli sforzi di fare apparire certe moto meglio di come sono, economiche appunto. Ma solo quando lo sforzo lo fanno alcuni costruttori dotati di un minimo di gusto. Altrimenti la toppa è peggio del buco, soprattutto a giudicare da quante appendici aereodinamiche, lucine a led, gomme tassellate messe lì a caso e strumentazioni da calcolatrice Casio degli anni ’80 si vedono in giro.

Certo, se hai pochi soldi e sei giovane vanno bene, no? 4/5.000 Euro e ti compri la moto nuova.

Si, e poi?
Sono stato giovane un tempo, e non è che la passione per le maxi me l’ha fatta venire la Honda XL 125, che Dio l’abbia in gloria con tutti i suoi meriti. Piuttosto l’NSR 125 prima, e il Dominator 650 poi.

Non costavano pochissimo, ma usate si potevano trovare a prezzi accessibili e soprattutto, in cambio davano sostanza, prestazioni, gusto appunto!

Sembra scomparsa la fascia media delle moto ben fatte. E ci propongono solo le moto “acchiappa vecchi”, moto moderne con grafiche anni ’80 e ’90.

Oggi mi sembra sia andata perduta la famosa “fascia media”. Moto che non ambivano ad essere delle icone, ma che promettevano di farti divertire, appagando l’occhio e almeno in parte divertendoti alla guida, che non servono per forza i 4 cilindri ed i 150 CV, per strapparti il sorriso fra i tornanti, o fra i cordoli, che le piste sono piene di sadomasochisti che vestiti in pelle si fanno portare a spasso legati al guinzaglio dalle loro compagne da 200 CV, sia detto per inciso.

Dove sono i GPZ 550, le Suzuki Bandit 400, le Hornet e le Fazer 600 (a quattro cilindri), le Yamaha XT e le Honda Dominator? Affidabili, robuste, divertenti, polivalenti e soprattutto con una loro personalità e dignità estetica!

Vedo finalmente alcuni tentativi da parte di qualche Costruttore storico, ma al contempo anche tanta paura di osare e scarso coraggio nel proporre qualcosa di veramente nuovo nelle medie cilindrate. Noto che si sta cominciando a realizzare quelle che chiamo “Acchiappa vecchi”, ovvero moto magari anche finalmente di fascia media, moderne ma… travestite da teenager degli anni ’80 e ’90. Ecco questo è il termine adatto, travestite. Colorazioni e livree di tabaccai, che in un mondo ancora lontano da divenire “politically correct” davano il loro nome ai Team che vincevano i mondiali, in pista e nei deserti.

Rivedere certi accostamenti cromatici, su moto nate per avere codoni imponenti, serbatoi larghi e scarichi lunghi fa lo stesso effetto della Bertè di oggi, in minigonna.

Lasciatele li dove erano, nessuno vuole davvero una moto che somigli ad una RD 350 o ad una Cagiva Elefant, perché fra la copia e l’originale, vincerà sempre quest’ultima.

Va bene tributare la giusta gloria ad un modello dal passato sportivo carico di storia, d’accordo a creare una livrea commemorativa, ma sia fatto con gusto, discrezione e senso delle cose. Chi di noi non si è commosso davanti alle Kawasaki Ninja in livrea ZXR anni ’90?

Ma un bel gioco dura poco, poi diventa uno stucchevole trucco commerciale.

Dateci delle moto degne di essere desiderate, per cui valga la pena creare fondi neri da occultare alla famiglia (si sono un essere spregevole, ma per un Suzuki RGV 500 lo fareste tutti).

Dateci moto che non ci facciano sembrare per forza alti, piloti, o avanzi di galera, per sentirci fighi o semplicemente felici.

Ecco, forse è questo che manca, la ricerca della felicità.

Ci avete dato cavalli motore, set di valigie per girare il mondo e chili di peso, quando forse ci servono solo chilogrammetri di coppia, serbatoi di metallo per attaccare borse con i magneti, e un pò di leggerezza.

Penso che così saremmo meno ridicoli, più contenti, e riusciremmo anche a gettare le basi per il futuro del nostro amato motociclismo, perché al momento, i giovani scappano dirottando i loro pochi soldi altrove, e così il giochino delle mega moto “hyper-top”, finisce presto…